La storia del Ghetto di Venezia

Chi desidera far visita al Ghetto ebraico di Venezia sa bene quanto questo sia uno dei luoghi più suggestivi ed emblematici della splendida città lagunare. Se siete avezzi alla folla chiassosa che è solita animare altre zone di Venezia, rimarrete senza dubbio deliziati dalla sua atmosfera intima e raccolta.

La storia di questo luogo davvero incantevole è legata indissolubilmente alle sorti della comunità ebraica nella Serenissima Repubblica.

Gli ebrei iniziarono a insediarsi nella città lagunare fin dall’Alto Medioevo, attratti dall’attitudine relativamente tollerante di autorità e popolazione.

Tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500 questo clima di tolleranza religiosa iniziò a deteriorarsi. Nel 1516 il Senato, preoccupato dal crescente malcontento dei cristiani nei confronti degli ebrei, decise che questi ultimi dovessero vivere in una determinata area della città, individuata nell’isola del “geto”. Nacque così il più antico ghetto del mondo.

 

Etimologia della parola ghetto

L’origine della parola ghetto è davvero peculiare.

Quando il Ghetto di Venezia fu istituito nel 1516, il Senato della Serenissima Repubblica assegnò alla comunità ebraica. Questa constava di circa 700 persone quasi tutte provenienti dall’Europa Centrale, l’isola del geto.

L’isola prendeva il nome dalle fonderie un tempo presenti sul suo territorio (in dialetto veneziano gettare il metallo si dice appunto getare).

Gli ebrei ashkenazi, per la maggior parte di lingua tedesca, avevano difficoltà a pronunciare la lettera g dolce; l’isola del geto divenne isola del ghetto.

Le attrazioni imperdibili del Ghetto di Venezia

Ecco le attrazioni da considerare per una visita al ghetto ebraico di Venezia.

Il Museo Ebraico di Venezia, fondato del 1954 con il contributo della comunità ebraica; si trova nel campo del Ghetto Nuovo, tra le due sinagoghe più antiche della città.

Il museo è suddiviso in due sezioni, una dedicata alle festività e alla liturgia e l’altra alla storia. Esso racchiude un vero e proprio tesoro di oggetti di grande pregio, testimonianza della tradizione ebraica nella città lagunare.

Tra i manufatti conservati nella sala degli argenti spiccano alcuni oggetti; in particolare i candelabri di Channukkà, i portaspezie, i piatti e le quattro magnifiche corone della Torah in argento sbalzato risalenti al 1700.

La sala delle stoffe contiene preziosi tessuti utilizzati per il culto ebraico e per l’addobbo delle sinagoghe.

Il museo ospita inoltre una ricca collezione di manoscritti e libri. Tra questi una delle prime edizioni stampate del Talmud, realizzata da Daniel Bomberg nel 1500.

All’ultimo piano è possibile visitare un’antica sukkah, ossia una capanna eretta per la celebrazione della festività di Sukkot.

Le Sinagoghe

Il museo si trova esattamente a metà strada tra la Sinagoga Scuola Grande Tedesca e la Sinagoga Scuola Canton, due gioielli sia dal punto di vista artistico sia da quello storico-culturale.

La Sinagoga Scuola Grande Tedesca fu costruita tra il 1528 e il 1529 ed è la più antica di Venezia.

Dall’esterno la sinagoga appare come un qualsiasi altro edificio del sestiere di Cannareggio, quasi a volersi mimetizzare, ma all’interno è un vero e proprio tripudio di decorazioni lignee in stile barocco.

La Sinagoga Scuola Canton fu costruita tra il 1531 e il 1532 e presenta una struttura molto simile a quella della Scuola Grande Tedesca con un esterno piuttosto anonimo e un interno riccamente decorato. Colpiscono in particolare gli otto pannelli lignei con scene bibliche, tra le quali Il Passaggio del Mar Rosso.

La visita al Ghetto di Venezia regala emozioni meravigliose anche qualora non si voglia entrare nel museo o nelle sinagoghe: perdersi tra le calli e i sottoporteghi è davvero un’esperienza memorabile, quasi un tuffo nella storia.

L’enogastronomia nel Ghetto di Venezia

A causa delle deportazioni nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale, gli ebrei tuttora residenti nel Ghetto di Venezia sono davvero pochi rispetto al passato, ma, nonostante il loro numero esiguo, essi tengono vive con orgoglio le tradizioni della loro cultura, inclusa la cucina kosher.

Il turista che decide di far visita a questo affascinante ghetto, desideroso di immergersi completamente nella cultura ebraica, non può fare a meno di fermarsi al Ristorante Gam Gam, famoso per le specialità della cucina kosher.

Le sarde in saor, uno dei piatti tradizionali della gastronomia veneta, sono in realtà di origine ebraica: un altro esempio di quanto la presenza della comunità ebraica nel territorio veneziano abbia influito sullo sviluppo di questi luoghi.

Per il turista non amante dei sapori esotici vi sono molti ristoranti di cucina tradizionale veneta, tra i quali Il Paradiso Perduto dove è possibile assaporare deliziose pietanze a base di pesce freschissimo.