È soprannominata “la città del buon vivere” ed è legata indissolubilmente al suo figlio più illustre, lo scrittore e poeta Giacomo Leopardi. Si tratta di Recanati, piccolo borgo marchigiano situato a 293 m di altezza nella provincia di Macerata, a soli 8 Km da Loreto.

Recanati sorge tra la valle del fiume Musone e quella del fiume Potenza. Dalla cima della collina dove si trova, si può godere un panorama incantevole che comprende la Riviera del Conero, i Monti della Dalmazia e perfino i Monti Sibillini.

Passeggiando tra le vie e le piazze di Recanati, tutto parla di Leopardi, con versi delle sue poesie più belle impresse sui muri delle strade, sugli stupiti di finestre e porte.

Piazza Sabato del Villaggio a Recanati

recanati sabato del villaggio

Non si può visitare Recanati senza seguire una sorta di percorso sulle tracce di Giacomo Leopardi. La prima tappa di questo tour non può non essere la Piazza del Sabato del Villaggio. Il nome riprende il titolo di una famosa poesia dello scrittore.

Proprio qui si trova la casa dove è cresciuto Leopardi, oggi abitata dai suoi eredi ma comunque visitabile in alcuni ambienti. Soprattutto la Biblioteca composta da ben quattro sale ricche di più di 20.000 libri e manoscritti.

Da una finestra della casa di Leopardi si osserva la casa di Teresa Fattorini, la Silvia protagonista di una poesia e di cui Giacomo era segretamente innamorato e i cui sogni furono spezzati dalla prematura morte della fanciulla a causa della tubercolosi.

In Piazza Sabato del Villaggio si trova anche la Chiesa di Santa Maria di Montemorello, luogo dove nel giugno del 1898 è stato battezzato lo stesso Leopardi.

Piazza Giacomo Leopardi

C’è poi Piazza Giacomo Leopardi, dedicata al poeta impresso anche in un busto opera di Ugolino Panichi che campeggia proprio al centro di questo slargo. Vi si affacciano la Torre del Borgo ghibellina risalente al XII secolo alta ben 36 m e sede del Museo di Recanati, ma soprattutto l’ottocentesco Palazzo Comunale. Qui si possono ammirare la Sala Consiliare, la Sala degli Stemmi e l’Aula Magna che in passato ha ospitato anche Giosuè Carducci.

Sulla piazza si affaccia anche la Chiesa di San Domenico risalente al ‘200, all’interno della quale è possibile ammirare un meraviglioso affresco del 1513 opera del Lorenzo Lotto, raffigurante San Vincenzo Ferrer nella Gloria.

I palazzi nobiliari di Recanati

Tra gli edifici civili più importanti di Recanati spicca su tutti la Torre del Passero Solitario, che nel suo stile gotico affianca il chiostro della duecentesca Chiesa di Sant’Agostino. Questa torre ha ispirato l’ennesima poesia del Leopardi, Il Passero Solitario appunto.

Da vedere anche il Palazzo Antici Mattei risalente al XVI secolo, casa natale di Adelaide Antici, madre di Giacomo e Palazzo Venieri, dal cui pittoresco arco-balcone si gode la vista più bella sui rilievi della Dalmazia.

Villa Colloredo è invece un’elegante dimora del ‘500, abbellita da un panoramico Parco Urbano sul retro e sede dei Musei Civici di Recanati e della Pinacoteca. Questo spazio museale custodisce opere del Pagani, di Ludovico da Siena e soprattutto di Lorenzo Lotto.

La Cattedrale di San Flaviano a Recanati

Prima di lasciare il centro storico di Recanati, non si può non visitare la Cattedrale di San Flaviano, costruita nel XIV secolo su un preesistente luogo di culto. All’interno, alzando lo sguardo si ammira un soffitto a cassettoni con al centro la raffigurazione di San Flaviano.

La chiesa custodisce poi quattordici stazioni della Via Crucis dipinte dal Biagetti, un bellissimo abside del XIII secolo un fonte battesimale decorato con bronzi realizzati dal Jacometti.

L’Ermo Colle… e oltre: l’Infinito!

Non si può infine lasciare Recanati senza visitare il leggendario Colle dell’infinito, quell’Ermo Colle protagonista della meravigliosa poesia di Giacomo Leopradi, L’Infinito, scritta ad appena 21 anni. Un sentiero immerso nel fitto bosco porta a un muro con impressa la famosa introduzione della poesia “Sempre caro mi fu quest’Ermo Colle…”.

Questo luogo non è altro che la cima del Monte Tabor, che ospita anche i resti della prima tomba del poeta e un orto, bene FAI, parte del Monastero delle Clarisse.