Sono molti i motivi per i quali organizzare una vacanza in Emilia Romagna. I paesaggi, la buona cucina e la storia che ha plasmato nel corso dei secoli città e piccoli borghi.
Ebbene, tra questi ultimi spicca Bertinoro, nota come la Città del Vino; infatti è letteralmente circondata da vigneti di Albana e Sangiovese. È nota anche come il Balcone della Romagna; Bertinoro sorge infatti in cima al Monte Cesubeo, dal quale la vista arriva fino al Mare Adriatico e a Cesenatico.
Le sue origini risalgono all’Età del Ferro, con i primi insediamenti in cima al Monte Cesubeo. Nel VIII a.C.: l’antica Castrum Cesubeum fu conquistata dai romani per poi diventare contea di Ravenna col nome di Castrum Brittinori; dopo che l’imperatore Ottone III la concesse all’arcivescovo ravennate.

Alla scoperta del “Balcone della Romagna”: Bertinoro

Bertinoro è una cittadina della provincia di Forlì-Cesena e sorge lungo la Via Emilia, nel cuore delle colline romagnole e all’ombra del Monte Maggio; non lontano dal torrente Bevano, amato dai pescatori essendo ricco di anguille, gamberi e lucci. Il nome del borgo rimanda alla leggenda di Galla Placidia, famosa figlia di Teodosio; questa, assaggiando il vino prodotto in loco in una semplice coppa in terracotta, pronunciò la frase: “Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro”.

Il centro storico di Bertinoro è un piccolo gioiellino fatto di case colorate e di strade acciottolate, le più famose delle quali sono la Strada dei Mestieri Scomparsi e la Strada della Vendemmia, entrambe impreziosite da installazioni pittoriche a tema dedicate all’artigianato e alla produzione vitivinicola locale.
Il cuore pulsante di Bertinoro è senza dubbio Piazza della Libertà; letteralmente circondata da edifici storici e con al centro la Colonna delle Anella. Il suo nome rivela una storia curiosa, legata ai 12 anelli in ferro che la decorano. Nella “città dell’ospitalità”, le famiglie di Bertinoro facevano davvero a gara tra di loro per ospitare i forestieri che transitavano. Per risolvere le beghe, nel ‘200 costruirono questa colonna, dove ogni anello corrispondeva a una famiglia del posto.

Quando il forestiero legava il suo cavallo a un anello, automaticamente sarebbe stato ospitato nella famiglia ad esso corrispondente. Ancora oggi questa tradizione è presente e dà vita al settembrino Rito dell’Ospitalità, tra degustazioni, divertimento e spettacoli musicali. È questa anche un’occasione per degustare la cucina locale, basata soprattutto su maltagliati, strozzapreti e tagliatelle preparate dalle sapienti mani delle sfogline. Il tutto innaffiato dalle eccellenze vitivinicole del posto, come il rosso Sangiovese o il bianco Albana.

Cosa vedere a Bertinoro e dintorni

La Rocca di Bertinoro è uno dei simboli del borgo. Si trova a due passi dalla Porta del Soccorso risalente al 1173; la si raggiunge costeggiando la vecchia cinta muraria che ancora oggi cinge Bertinoro. Oggi è anche sede di un Museo Interreligioso ricco di oggetti legati alle principali religioni. La Rocca di Bertinoro nel corso della sua storia ha ospitato Federico il Barbarossa, i Borgia e Dante Alighieri.

I principali monumenti di Bertinoro si trovano in Piazza della Libertà, che si affaccia come una terrazza sul panorama circostante e sulla sottostante Ca’ De Be; storico locale di Bertinoro dove è custodita la Campana dell’Albana; i suoi rintocchi ogni anno danno il via alla vendemmia.
Ad affacciarsi su Piazza della Libertà c’è Palzzo Ordelaffi, bellissimo edifico risalente al 1306 oggi sede del Municipio. Gli interni meritano una visita e in particolare la Sala del Popolo e quella dei Quadri; arricchita con le opere dello Zambianchi relative alla storia di Bertinoro.
Adiacente a Palazzo Ordelaffi c’è la Torre Civica. In origine era più alta tanto da fungere anche come faro per i naviganti a largo della costa adriatica. Nel ‘600 la accorciarono, con l’aggiunta di una cella campanaria e poi di un balcone; all’interno è poi collocata una piccola statua della Madonna del Lago.

Anche la Cattedrale di Santa Caterina si affaccia sulla Piazza della Libertà e risale al periodo tra il ‘500 e il ‘600. Sono molte le opere qui conservate, a partire dalla pala d’altare raffigurante le Nozze Mistiche di S. Caterina realizzata dal Marchetti.
Altrettanto belli sono poi i dipinti del Loghi e del Cignano; raffigurano rispettivamente la Vergine tra i santi Pietro e Paolo e poi Carlo Borromeo.

Ad appena 6 km da Bertinoro, precisamente a Polenta, si trova l’imperdibile Pieve di San Donato; decantata persino dal poeta Giosuè Carducci nella sua poesia “La chiesa di Polenta”. Pare anche che il Sommo Poeta, Dante Alighieri, vi si fermò a pregare nel periodo in cui era ospite nella vicina Ravenna.