C’è un tratto di costa calabrese dove il mare abbraccia la storia, le leggende si intrecciano alla quotidianità e i sapori raccontano una cultura profonda. È qui che si trova Pizzo Calabro, uno dei gioielli più autentici della Costa degli Dei. Più che un semplice borgo marinaro, Pizzo è un mosaico di emozioni: un luogo in cui ogni scorcio è un invito a rallentare, ogni pietra una pagina di racconto.

Un’origine tra mito e realtà

Il passato di Pizzo non si limita ai documenti storici: vive nei racconti tramandati, nelle fortificazioni sopravvissute e nei nomi antichi. La leggenda vuole che la città sia nata dalle ceneri di Troia, fondata da esuli focesi guidati da Napeto, da cui deriverebbe il nome “Napitia”. Storie che si fondono con la realtà documentata: nel XIV secolo, intorno a un monastero basiliano si sviluppò un piccolo insediamento di pescatori, poi trasformato in bastione difensivo contro le incursioni saracene.

Nel tempo, Pizzo divenne un presidio militare di primo piano, inserito nel sistema difensivo voluto da Ferdinando I d’Aragona. Mura possenti, fossati e torri d’avvistamento costituivano una rete strategica per la protezione della costa. Oggi, osservando le numerose torrette disseminate lungo il litorale, si coglie l’eredità concreta di quel passato.

Alla scoperta del centro storico: un cammino lento tra vicoli e viste sul mare

Raggiungere Pizzo lungo la litoranea che collega Tropea al nord della Costa degli Dei è già di per sé un viaggio panoramico. Superati borghi come Briatico e Zambrone, il profilo tufaceo del promontorio pizzitano si staglia all’orizzonte. Parcheggiata l’auto alla Marina, inizia l’esperienza vera: una passeggiata tra scalinate, scorci e silenzi, dove ogni angolo racconta una storia.

Il cuore del borgo è un susseguirsi di stradine strette, archi in pietra, botteghe di prodotti locali e affacci improvvisi sul blu. È qui che si trova il poetico “Vicolo dei Baci”, un’installazione urbana che celebra l’amore e la creatività, diventata tappa fotografica imperdibile.

Poco più in là si incontra la Fontana Garibaldi, un’antica sorgente di acque ferrose, in passato apprezzate per le proprietà terapeutiche. Una testimonianza della cura che il borgo ha sempre avuto per la propria comunità.

Le chiese: tra fede, arte e memoria collettiva

Nel centro del borgo e nei suoi immediati dintorni, le chiese rappresentano punti di riferimento spirituali ma anche artistici. Tra le più significative:

  • La Chiesa Matrice di San Giorgio Martire, dove riposa Gioacchino Murat, figura chiave del Risorgimento;

  • La Chiesa dell’Immacolata, edificata nel Seicento dagli artigiani locali;

  • La Chiesa di San Sebastiano, testimonianza dell’arte sacra calabrese;

  • La Chiesa del Purgatorio, chiamata “dei Morti”, per via della sua funzione cimiteriale nel XIX secolo;

  • La Chiesa del Carmine, tra le più antiche, costruita nel 1579 sul bastione affacciato sulla baia.

Ogni edificio racconta una parte dell’anima pizzitana, tra dipinti, cripte e storie dimenticate.

Il Castello Murat: storia che si respira

Affacciato sul mare, il Castello Aragonese è il simbolo per eccellenza di Pizzo. Oggi conosciuto come Castello Murat, custodisce l’ultima pagina di vita del generale francese, fucilato qui nel 1815. Al suo interno, un percorso museale ricostruisce con precisione storica quegli ultimi giorni, tra celle, saloni e una terrazza panoramica che domina il borgo e il Tirreno.

Oltre ai manichini e agli ambienti scenografici, colpiscono i dettagli: il busto di Murat attribuito a Castex, l’elmo marmoreo che si dice realizzato da Canova, e una preziosa collezione di monete che raccontano le trasformazioni dell’Italia meridionale.

Piazza della Repubblica: il cuore di Pizzo

Tutto converge in Piazza della Repubblica, centro pulsante della vita locale. Ampia, ariosa e affacciata sul mare, ospita bar storici, palazzi nobiliari e il celebre belvedere “U Spunduni”, da cui si abbracciano con lo sguardo le Eolie e tutta la Costa degli Dei.

Ad arricchire la vista c’è l’opera d’arte “Il Collezionista di Venti” di Edoardo Tresoldi, che regala un tocco contemporaneo al paesaggio senza snaturarne l’identità. È il luogo ideale per fermarsi e osservare la vita che scorre lenta, mentre il sole cala sul Tirreno.

Le spiagge: sabbia dorata e acque caraibiche

Pizzo non è solo borgo e cultura: il suo litorale è un piccolo paradiso balneare. Le spiagge si susseguono per nove chilometri, regalando una sorprendente varietà di scenari: arenili dorati, scogliere frastagliate, grotte marine e calette nascoste.

Tra le più note ci sono la Spiaggia della Seggiola, la Marina, la spiaggia di Piedigrotta, quella del Colamaio, la Bellamana e la piccola insenatura dell’ex Hotel Grillo. Ognuna con un’anima diversa, ma accomunate da un mare limpido dai riflessi caraibici.

Per chi cerca comodità, la Marinella offre stabilimenti attrezzati e servizi, mentre il lungomare Cristoforo Colombo è perfetto per una passeggiata al tramonto.

La Chiesa nella grotta: un capolavoro unico in Europa

Appena fuori dal centro, in riva al mare, si apre l’ingresso della suggestiva Chiesa di Piedigrotta. Scavata nella roccia arenaria, questa cappella rupestre è un unicum nel suo genere. Secondo la leggenda, fu costruita da marinai scampati a un naufragio, come voto alla Madonna.

In realtà, a modellarla furono Angelo e Alfonso Barone, artisti locali che ne scolpirono le statue interne direttamente nella pietra. L’atmosfera che si respira tra le tre grotte è surreale, tra giochi di luce, umidità salmastra e sacralità scolpita nella roccia.

Il tartufo di Pizzo: dolce rito irrinunciabile

Visitare Pizzo senza assaggiare il suo celebre Tartufo sarebbe un errore imperdonabile. Nato quasi per caso negli anni ’50, questo gelato artigianale con cuore fondente di cioccolato ha conquistato il palato di generazioni.

Primo gelato in Europa a ricevere l’Indicazione Geografica Protetta (IGP), è preparato con gelato alla nocciola, gelato al cioccolato, cacao in polvere e un cuore fuso di cacao. Le gelaterie storiche della piazza – come Bar Dante, Ercole, Chez Toi (ora Morino) e Da Penna – ne custodiscono ancora i segreti. La versione classica resta imbattibile, ma le varianti al pistacchio o al cocco offrono interpretazioni moderne di un capolavoro intramontabile.

Un’oasi di natura: il lago dell’Angitola

Chiudere l’itinerario con una sosta al lago dell’Angitola è un’ottima idea. Oasi WWF dal 1975, questo lago artificiale ospita numerose specie di uccelli migratori e rappresenta uno scrigno di biodiversità. Tra pini d’Aleppo, eucalipti e salici, è possibile fare birdwatching, rilassarsi e riscoprire un contatto autentico con la natura.

Come arrivare a Pizzo Calabro

Pizzo è facilmente raggiungibile in ogni stagione. L’aeroporto più vicino è quello di Lamezia Terme, a circa 25 km. In alternativa, ci sono gli scali di Reggio Calabria e Crotone. La stazione ferroviaria di Vibo-Pizzo è ben collegata con la linea tirrenica. Tuttavia, l’auto resta il mezzo migliore per esplorare la costa con libertà, soprattutto se si vuole alternare mare, escursioni e borghi.

Pizzo Calabro non si visita. Si vive. In ogni stagione, con il sole che accarezza le pietre, il profumo del mare tra i vicoli e un tartufo in mano, questo borgo sa regalare emozioni che durano. Per chi cerca la Calabria più autentica, questo è il punto perfetto da cui cominciare.